Close reading, ovvero il piacere della (ri)lettura

Close Reading. Il piacere della lettura (Einaudi 2023) è uno di quei libri apparentemente complessi che in realtà dischiudono nuovi orizzonti e mettono ordine nella molteplicità di elementi e di piani che ogni universo letterario contiene. L’autore, David Greenham, è professore associato di Letteratura Inglese alla University of West England e ci propone una griglia interpretativa per comprendere a fondo tutte le sfumature di un’opera letteraria, e quindi per assaporarne in modo più profondo il piacere che offre. Perché soprattutto questo è la lettura, un piacere sublime e irrinunciabile.

Prendendo spunto da capolavori antichi e moderni come Amleto, Cime tempestose  e Il grande Gatsby , Greenham identifica sette contesti o piani di lettura: semantico, sintattico, tematico, iterativo, generico e avversativo. Il primo riguarda la serie di significati che un vocabolo può avere, che dipendono però dal contesto ovvero dalla situazione nella quale viene usato, dalla sua storia e dal senso figurato che il termine può assumere. E quindi via libera all’analisi delle metafore, delle similitudini, delle metonimie e delle sineddochi, che arricchiscono il linguaggio rendendolo variopinto e sorprendente. I contesti sintattico e tematico invece ci parlano del modo in cui le parole possono produrre effetti letterari disponendosi  insieme secondo un ordine preciso:: ad esempio, in frasi, paragrafi e strofe, che a loro volta utilizzano la punteggiatura, la grammatica, il ritmo e le rime.

Secondo l’autore, la chiave per accedere al piacere della lettura con il close reading sta nella ripetizione, e proprio di questo si occupa il contesto iterativo. In esso chi scrive utilizza la trama e il personaggio, ma anche elementi come il suono e il ritmo, per sottolineare i passaggi cruciali o per tratteggiare meglio la figura del protagonista. In questa parte vengono analizzate altre figure retoriche come l’allitterazione, strettamente legata allo schema metrico di un testo poetico. Nel capitolo dedicato al contesto generico vengono troviamo le forme del sonetto, della tragedia e del romanzo, che spesso delimitano in modo significativo sia il contesto semantico che quello sintattico. Infine, il contesto avversativo, che non va inteso come contrario al testo ma piuttosto come qualcosa che parte dal confronto con altre tipologie di discorsi, come quello storico, biografico o sociologico.

Ciò che possiamo ricavare applicando questa griglia a un testo letterario è un piacere analitico, la sensazione appagante di chi coglie la molteplicità dei piani di lettura e la loro continua e mutevole interazione. “Quando ben eseguita, un’attività di close reading sembra un trucco di magia: l’interpretazione di una poesia o di un dramma che sbuca a mo’ di coniglio bianco dal cilindro”, sostiene Greenham. Che ci lascia con un suggerimento prezioso: mai trascurare il piacere aggiuntivo che si ricava rileggendo più e più volte lo stesso libro. Dopo un’unica lettura infatti siamo in grado di farci un’idea molto semplice della narrazione, e quindi abbiamo bisogno di tornarci sopra a più riprese per coglierla nel suo complesso e possederla fino in fondo. Personalmente seguirò il consiglio, a cominciare proprio dal suo testo.