Covid-19: voci dal tempo sospeso

Adesso che cominciamo a intravedere la luce alla fine del tunnel, dopo i 14 mesi più duri della nostra storia recente, vale la pena fissare nella memoria voci e racconti di chi la pandemia da Covid-19 l’ha vissuta in prima linea: medici, infermieri, operatori sanitari, volontari del 118. Vite in trincea, senza più orari, senza più famiglia. Volti segnati dalla stanchezza e dall’impotenza, esseri umani nascosti sotto una mascherina e una tuta di tessuto bianco, come astronauti appena sbarcati su un altro pianeta.

Emozioni virali. Le voci dei medici dalla pandemia (Il pensiero scientifico Editore 2020), a cura di Luisa Sodano, raccoglie storie vere fatte di fatica e disperazione, ma anche di coraggio e di forza indomita di fronte a un nemico sconosciuto e subdolo, che attacca all’improvviso e raramente lascia scampo a chi è più fragile. I protagonisti raccontano in prima persona l’inferno quotidiano vissuto nei mesi peggiori della pandemia, per sfogarsi, condividere il dolore, l’angoscia, la speranza. Storie che sgorgano con semplicità, sull’onda del bisogno di comunicare con il resto del mondo con tutti i mezzi a disposizione: anche su Facebook, dove fin dall’inizio si è creato un gruppo chiuso allo scopo di scambiarsi notizie e informazioni, al quale in pochi giorni hanno aderito 100.000 medici.

Un’altra prospettiva sullo stesso scenario ce la offre Il tempo sospeso. Storie di vita durante la pandemia, a cura di Laura Romano (Il Ciliegio 2020). L’autrice ha raccolto testimonianze dirette di bambini, ragazzi, donne e uomini travolti dalla pandemia, persone normali che hanno sentito l’esigenza di raccontare i lunghi mesi di lockdown: l’isolamento, l’interruzione dei rapporti sociali, l’impossibilità di scambiare gesti d’affetto con i propri cari, la paura di contagiare o di essere contagiati. Un vero e proprio trauma collettivo, delle cui conseguenze non siamo ancora del tutto consapevoli. Ci vorrà del tempo per curare le nostre ferite, e proprio per questo la forza terapeutica della parola scritta diventa uno strumento prezioso. Per elaborare, per non dimenticare, per continuare a sperare.