Il cuore bergamasco esiste davvero. Il carattere, la perseveranza, la forza, la pazienza. Certo, ne avevo sentito parlare come tutti, soprattutto negli ultimi terribili anni di pandemia. Ma incontrare persone in carne e ossa che esprimano questi principi con naturalezza e coerenza, è tutta un’altra cosa.
In questi mesi, durante la stesura del libro, ho avuto occasione di intervistare molti collaboratori della Lovato, che produce materiali elettrici per l’avviamento di motori industriali e ha sede a Gorle: chi ci è entrato appena ragazzino, chi ne è uscito con l’argento fra i capelli e ancora si commuove al ricordo.
Tutti, senza distinzione, parlano dell’azienda come di casa propria. Qualcosa che si ama profondamente, per cui si desidera il meglio. Qualcosa che si vorrebbe durasse per sempre.
Sarà perché il DNA della famiglia Cacciavillani, che dirige la Lovato da quattro generazioni portandola a diventare leader nel suo settore, con 250 dipendenti e 15 filiali estere, è fatto di correttezza, rispetto, ricerca del dialogo. E voglia di perseguire livelli di qualità ed eccellenza sempre più alti, senza mai fermarsi. Senza mai mollare, come dicono a Bergamo.