Scrivere è creare un cocktail perfetto

“Tre parti di descrizione. Due di istruzioni. Una di onomatopee.” Così Chuck Palahniuk, autore di romanzi di culto come Fight Club Soffocare, descrive la ricetta ideale per costruire una scrittura concreta, efficace, che conservi tutto il sapore della vita vissuta. Tieni presente che. Momenti nella mia vita di scrittore che hanno cambiato tutto, appena uscito per Mondadori, è un memoir originale e graffiante e insieme un corso di scrittura creativa che va dritto al sodo, senza concedere nulla al compiacimento e all’autoindulgenza tipici di molti aspiranti autori.

Come sosteneva Gordon Lish, editor tra l’altro dei racconti di Raymond Carver, le storie non dovrebbero sembrare opera di uno scrittore: molto meglio se vengono raccontate con lo stesso linguaggio “appassionato e imperfetto” che userebbe una persona reale a proposito di qualcosa di vero e intenso dal punto di vista emotivo. Il consiglio di Palahniuk ai suoi potenziali allievi è dunque di “scrivere storie bizzarre, impegnative, provocatorie”, non tanto per essere apprezzati quanto per essere ricordati.

Il libro è punteggiato di aneddoti tratti della sua vita professionale, come quello relativo al maestro dell’horror, Stephen King, che a furia di firmare copie del suo ultimo libro per una platea di migliaia di persone aveva le dita sanguinanti e finì per lasciare impronte sulle pagine che andarono a ruba, e che lo costrinsero a continuare fino alla fine peggiorando sempre più la situazione. O quando Chuck si sottopose al rito di passaggio della sua prima foto da scrittore, per la quale si presentò con un pesante maglione a coste che gli arrivava fino al mento, sotto a una spessa felpa nera. Alla fine, per via delle luci, era così sudato che litigò con la fotografa, e quel che ne venne fuori fu un’immagine che lo faceva somigliare, più che a uno scrittore, a una specie di astronauta.

Non mancano consigli di lettura sia per la narrativa che per la saggistica. Qualche esempio? Acid House di Irvine Welsh, Generazione X di Douglas Coupland ma anche, a sorpresa, Affari di cuore della sceneggiatrice Nora Ephron. E poi MFA versus NYC: The Two Cultures of American Fiction a cura di Chad Harbach e The Program Era: Postwar Fiction and the Rise Creature Writing di Mark McGurl.