Forse perché le lunghe giornate invernali favoriscono la concentrazione e stimolano la creatività, fatto sta che i Paesi a nord del globo sono molto prolifici in termini letterari: basti pensare che la remota Islanda, terra di vulcani e di geyser che non arriva a 350.000 abitanti, conta più scrittori e più libri letti e pubblicati pro capite rispetto a qualsiasi altra nazione.
E il genere autobiografico non fa eccezione. Due esempi tra tutti: Terreni, dell’islandese Oddn Eir Aevarsdóttir, pubblicato da Safarà nel 2016, e Un uomo innamorato del norvegese Karl Ove Knausgård (Feltrinelli 2015), secondo di sei volumi che compongono l’immane ciclo intitolato La mia lotta.
Entrambi sono accomunati da uno stile fluido e destrutturato, a metà tra romanzo e diario. Le 650 pagine di Un uomo innamorato – giudicato tra i migliori 25 romanzi norvegesi di tutti i tempi – scorrono senza soluzione di continuità, resa evidente dalla mancanza di divisione in capitoli. In presa diretta, come in un flusso ininterrotto di memoria, si svolgono davanti ai nostri occhi le vicende, ma anche e soprattutto gli stati d’animo, del geniale e tormentato protagonista, che nel giro di pochi giorni decide di abbandonare il suo Paese e la moglie Tonje per trasferirsi a Stoccolma. Qui stringe una tempestosa relazione con la poetessa Linda e un’amicizia intellettuale con il connazionale Geir, cercando al contempo una sua personale dimensione, uno spazio sia fisico che interiore nel quale dare sfogo all’urgenza della scrittura.
E di spazio si parla anche in Terreni, vincitore dell’Icelandic Women’s Literature Prize nel 2012 e uno dei migliori libri dell’anno per i librai islandesi. Con un ritmo lento e di altri tempi, scandito dal ciclo delle stagioni e dall’alternarsi dei suoi colori e profumi, l’autrice ci racconta il ritorno dopo anni nella terra natìa e la riscoperta delle sue radici attraverso le antiche tradizioni, le saghe, i versi dei poeti. Ma soprattutto attraverso la costruzione di un “terreno”, di un luogo dell’anima dove poter vivere protetti ma non soffocati, soli ma anche aperti al mondo e alla possibilità di un nuovo amore. Un viaggio alla ricerca di un’identità, di un’individuazione che consenta finalmente di essere liberi e felici, narrata con un tocco tanto delicato e leggero quanto intenso e profondo.